Recensione su Insparya Milano
Recensione su Insparya Milano
Purtroppo devo condividere un’esperienza estremamente deludente. Mi aspettavo risultati eccellenti, ma così non è stato.
Ci tengo a precisare che questo è un giudizio strettamente personale e si basa unicamente sulla mia esperienza diretta e realmente accaduta.
Ho scelto Insparya confidando nella serietà di una struttura italiana molto pubblicizzata, rinomata per la proprietà e frequentata da personaggi noti, convinto di ricevere un’assistenza di alto livello e un percorso personalizzato.
Sin dal primo incontro, però, ho avuto l’impressione che l’approccio fosse quasi esclusivamente orientato a vendere e realizzare il trapianto, piuttosto che a un percorso tricologico avanzato volto a comprendere le cause reali dell’alopecia e a valutare se l’intervento fosse davvero indicato.
Nel mio caso, infatti, non è stato effettuato alcun controllo preventivo sullo stato del cuoio capelluto o dei capelli, né richiesti esami del sangue che avrebbero potuto evidenziare carenze importanti. Solo successivamente, rivolgendomi privatamente a tricologi esterni, ho scoperto che queste verifiche preliminari sono fondamentali, perché eventuali carenze o patologie possono compromettere del tutto l’efficacia del trapianto e peggiorare la situazione estetica.
Ho effettuato due trapianti a distanza di circa due anni l’uno dall’altro.
Dopo il primo intervento, la dottoressa Nadia mi spiegò che si era perso troppo tempo nel riposizionare i capelli prelevati, perché i medici erano ai primi interventi che effettuavano. Già questa affermazione, onestamente, per me è stata allucinante. Mi è stato detto che questo ritardo aveva causato la morte di gran parte dei bulbi prima dell’inserimento, con una sopravvivenza stimata di circa la metà o anche meno delle unità trapiantate.
Successivamente, la clinica ha deciso di offrirmi un secondo trapianto, e io, pensando che i problemi fossero stati dovuti solo a questa mancanza di esperienza iniziale, mi sono fidato e ho accettato. A distanza di sei mesi dal secondo intervento, però, posso dire che anche questo è stato un disastro. I risultati si stanno rivelando nuovamente estremamente deludenti e, oltre a questo, sono rimasti evidenti due buchi laterali nelle aree donatrici, dove sono state prelevate troppe unità follicolari, con un peggioramento importante dell’impatto estetico complessivo.
Ogni volta che ho segnalato la scarsa efficacia degli interventi, l’unica risposta ricevuta è stata consigliare la somministrazione di Finasteride e Minoxidil. Io non ho accettato questo approccio, perché ritengo che se un trapianto fosse eseguito correttamente e su un paziente valutato con serietà, non dovrebbe essere necessario assumere farmaci per garantire la sopravvivenza dei capelli trapiantati, che per definizione non dovrebbero cadere. Questi farmaci servono a mantenere i capelli originari, non a “salvare” un risultato insoddisfacente.
Trovo quindi ancora più incoerente che nel titolo della struttura venga dichiarato “Al centro della salute del capello | Insparya”, quando nella mia esperienza la salute del capello non è stata minimamente approfondita né valutata con attenzione.
Confrontando i miei risultati con quelli di persone che hanno affrontato lo stesso grado di alopecia e il medesimo numero di unità follicolari trapiantate presso cliniche in Turchia, devo constatare che la differenza è stata notevole, a favore di risultati molto più soddisfacenti ottenuti altrove. Inoltre, leggendo diverse recensioni di altri pazienti, posso confermare che la mia impressione di un approccio fortemente orientato alla vendita del trapianto non è un caso isolato.
Mi dispiace sinceramente, perché avevo riposto grande fiducia nella serietà e nella competenza di questa struttura. Tornassi indietro, personalmente non rifarei il trapianto presso Insparya.
Alla luce di quanto accaduto, procederò ovviamente con il mio legale per tutelare i miei diritti e valutare ogni possibile azione a mia tutela.
Per chi desiderasse informazioni più dettagliate sulla mia esperienza, resto disponibile al contatto.
Purtroppo devo condividere un’esperienza estremamente deludente. Mi aspettavo risultati eccellenti, ma così non è stato.
Ci tengo a precisare che questo è un giudizio strettamente personale e si basa unicamente sulla mia esperienza diretta e realmente accaduta.
Ho scelto Insparya confidando nella serietà di una struttura italiana molto pubblicizzata, rinomata per la proprietà e frequentata da personaggi noti, convinto di ricevere un’assistenza di alto livello e un percorso personalizzato.
Sin dal primo incontro, però, ho avuto l’impressione che l’approccio fosse quasi esclusivamente orientato a vendere e realizzare il trapianto, piuttosto che a un percorso tricologico avanzato volto a comprendere le cause reali dell’alopecia e a valutare se l’intervento fosse davvero indicato.
Nel mio caso, infatti, non è stato effettuato alcun controllo preventivo sullo stato del cuoio capelluto o dei capelli, né richiesti esami del sangue che avrebbero potuto evidenziare carenze importanti. Solo successivamente, rivolgendomi privatamente a tricologi esterni, ho scoperto che queste verifiche preliminari sono fondamentali, perché eventuali carenze o patologie possono compromettere del tutto l’efficacia del trapianto e peggiorare la situazione estetica.
Ho effettuato due trapianti a distanza di circa due anni l’uno dall’altro.
Dopo il primo intervento, la dottoressa Nadia mi spiegò che si era perso troppo tempo nel riposizionare i capelli prelevati, perché i medici erano ai primi interventi che effettuavano. Già questa affermazione, onestamente, per me è stata allucinante. Mi è stato detto che questo ritardo aveva causato la morte di gran parte dei bulbi prima dell’inserimento, con una sopravvivenza stimata di circa la metà o anche meno delle unità trapiantate.
Successivamente, la clinica ha deciso di offrirmi un secondo trapianto, e io, pensando che i problemi fossero stati dovuti solo a questa mancanza di esperienza iniziale, mi sono fidato e ho accettato. A distanza di sei mesi dal secondo intervento, però, posso dire che anche questo è stato un disastro. I risultati si stanno rivelando nuovamente estremamente deludenti e, oltre a questo, sono rimasti evidenti due buchi laterali nelle aree donatrici, dove sono state prelevate troppe unità follicolari, con un peggioramento importante dell’impatto estetico complessivo.
Ogni volta che ho segnalato la scarsa efficacia degli interventi, l’unica risposta ricevuta è stata consigliare la somministrazione di Finasteride e Minoxidil. Io non ho accettato questo approccio, perché ritengo che se un trapianto fosse eseguito correttamente e su un paziente valutato con serietà, non dovrebbe essere necessario assumere farmaci per garantire la sopravvivenza dei capelli trapiantati, che per definizione non dovrebbero cadere. Questi farmaci servono a mantenere i capelli originari, non a “salvare” un risultato insoddisfacente.
Trovo quindi ancora più incoerente che nel titolo della struttura venga dichiarato “Al centro della salute del capello | Insparya”, quando nella mia esperienza la salute del capello non è stata minimamente approfondita né valutata con attenzione.
Confrontando i miei risultati con quelli di persone che hanno affrontato lo stesso grado di alopecia e il medesimo numero di unità follicolari trapiantate presso cliniche in Turchia, devo constatare che la differenza è stata notevole, a favore di risultati molto più soddisfacenti ottenuti altrove. Inoltre, leggendo diverse recensioni di altri pazienti, posso confermare che la mia impressione di un approccio fortemente orientato alla vendita del trapianto non è un caso isolato.
Mi dispiace sinceramente, perché avevo riposto grande fiducia nella serietà e nella competenza di questa struttura. Tornassi indietro, personalmente non rifarei il trapianto presso Insparya.
Alla luce di quanto accaduto, procederò ovviamente con il mio legale per tutelare i miei diritti e valutare ogni possibile azione a mia tutela.
Per chi desiderasse informazioni più dettagliate sulla mia esperienza, resto disponibile al contatto.